REGIONI A CONFRONTO

Il trasporto pubblico locale nelle città viene tagliato ovunque e diminuisce l'uso dei trasporti pubblici specie in Umbria e diminuisce anche il traffico merci su ferrovia; il verde Urbano in Umbria diminuisce (e si vede!); l'energia prodotta da fonti rinnovabili cresce poco nella nostra regione, come anche il grado di diffusione di internet.

La nostra regione va bene su educazione, sanità, occupazione femminile.

Eccovi una rassegna di tabelle con i dati dei principali indicatori economici delle regioni in cui si è votato il 28-29.
 La trovate su questo sito: www.lavoce.info

I dati fino a ieri sera...e l'inizio di un cammino

Il Comune di Città di Castello ci informa che la rilevazione fatta alle ore 22 mostra un sensibile calo di votanti anche nella nostra città.

Hanno votato 16.781 elettori, pari al 51,23% dei 32.758 aventi diritto. Rispetto alle regionali del 2005, il calo è del 6,89%, pari a 2.594 elettori. Cinque anni fa, infatti, aveva già votato il 58,12% degli aventi diritto.

Questo dato, che speriamo venga migliorato domattina, dice ai partiti ed ai candidati che non basta investire una montagna di soldi per farsi pubblicità (perché una campagna elettorale fatta solo di slogan e non di iniziative politiche e programmatiche è solo una operazione pubblicitaria) per ottenere il risultato di incoraggiare gli elettori ad esercitare il proprio diritto di voto.

Questo dato ci dice che tutti devono fare un passo indietro e riprendere a dialogare con i cittadini, spiegare faccia a faccia il perché di una candidatura ed i caratteri programmatici della propria proposta politica.

Fare tanti km, dal capoluogo fino all’ultima casa di campagna, per ricominciare a tessere il filo di un ragionamento che parli ai sentimenti di ciascun elettore.

Solo così la politica tornerà ad avere un senso e l’indispensabile impegno dei giovani sarà incoraggiato.

Senza falsa modestia, SEL Alto Tevere non ha speso soldi in "pubblicità". Ha speso per l’intera campagna elettorale meno di 1.000 euro; Ma ha speso tanti, tantissimi sorrisi rivolti a chi ci ha permesso di spiegare le ragioni della nostra proposta politica.

Sorrisi e parole che hanno raggiunto volti di tutti i colori e persone di ogni genere e condizione sociale. Tutti, senza prestare attenzione a chi aveva la tessera elettorale in tasca, perché riteniamo che le elezioni regionali siano solamente l’inizio di un percorso, perché riteniamo che sia stato giusto far partecipi del nostro impegno anche coloro cui attualmente è negato il diritto di cittadinanza e di voto.

Probabilmente non otterremo risultati enormi, ma abbiamo ottenuto il risultato più importante, quello di esserci anche il 30 marzo, e saremo pieni di sorrisi e di proposte da fare a tutti coloro che desidereranno ascoltarci e ci daranno fiducia.

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Stefano Briganti

La banca del voto

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere UmbroJaska ha 25 anni e, come Monica Bellucci, viene da Città di Castello; anzi, è più tifernate di lei, perché Monica è di Lama, un paese ad una decina di km, nel Comune limitrofo di San Giustino. Il nome Jaska non è propriamente umbro, e neppure il suo cognome: Jaskarandeep Singh Gakhal è infatti originario del Punjab, Stato dell’India settentrionale ai confini con il Pakistan, ma all’età di 6 anni è arrivato in Italia con la sua famiglia.

Ha fatto qui le elementari, le medie, il liceo scientifico-tecnologico ed ora studia Scienze Politiche a Perugia. Gli ultimi 19 anni della sua vita li ha trascorsi dunque in Italia, così come i suoi genitori, e vorrebbe restare qui anche per la sessantina (speriamo abbondante) che ancora gli rimane: questa è casa sua, punto. Eppure, su internet si fa chiamare spesso Jaska Trasmigrante e normalmente mette nel suo profilo Facebook l’immagine di un uomo con la valigia, perché è così che si sente. O meglio, perché è così che lo costringiamo a sentirsi.

«Faccio parte di quella consistente fetta del popolo italiano che, un secolo dopo il suffragio universale maschile e mezzo secolo dopo il voto alle donne, non potrà votare in queste elezioni. Per noi si sono dimenticati di applicare le regole della democrazia, per noi nessuno si è strappato le vesti. Noi siamo gli immigrati, siamo i figli degli immigrati e dei rifugiati, nati in Italia o arrivati qui da piccoli. Le normative vigenti sanciscono per noi lo status di cittadini di serie B. Fintantoché le leggi non cambiano non potremo essere gli Obama italiani, ma nemmeno insegnanti, avvocati, magistrati, impiegati e dirigenti pubblici, ingegneri, architetti, notai, vigili del fuoco, poliziotti, militari, bidelli, autoferrotranvieri e qualsiasi altra attività che preveda l’accesso mediante concorso pubblico».

A fronte di quei milioni di italiani che in queste ore stanno disertando le urne, Jaska morirebbe dalla voglia di votare. Perché la sua Regione sta eleggendo un nuovo presidente e lui – che pure è impegnato in politica – non può partecipare alla scelta, per almeno due motivi: il primo è che, nonostante sia italiano di fatto, è ancora straniero di diritto, a causa di una legge sulla cittadinanza che aspetta solo di essere cambiata; il secondo è che, cittadinanza o meno, l’Italia non ha ancora applicato quella disposizione della convenzione di Strasburgo che estende il diritto di voto alle amministrative anche ai residenti non comunitari. Vorrei lanciare una provocazione, ma è una provocazione seria: se c’è tra i lettori di questo blog (o tra i loro conoscenti) un cittadino italiano residente in Umbria che magari non sarebbe andato a votare, perché la politica non gli interessa o perché non si riconosce in nessun candidato, contatti tra oggi e domattina Jaska (jaska.singh@gmail.com) e vada a votare a nome suo. Tenetemi aggiornato: se funziona questa specie di banca del voto, abbiamo inventato una nuova forma di disobbedienza civile.

P.S. Non vorrei esagerare, ma proviamoci lo stesso: se c’è qualche ragazzo di seconda generazione che ha lo stesso problema di Jaska, scriva nel testo dei commenti il proprio nome, la propria mail e la Regione (o il Comune, se deve eleggere anche un sindaco) in cui risiede ma non ha diritto di voto. Non si sa mai.

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Andrea Sarubbi

Fonte: http://www.andreasarubbi.it/

A dita incrociate...

Siccome questa sera non ho un cacchio da fare, mi sono deciso di postare una riflessione sul "dopo" di queste elezioni. Una riflessione "post voto prima del voto": un'operazione che nessun "politico" arrischierebbe mai...

Ritengo che ognuno di noi abbia fatto bel oltre quello che era possibile fare (un riconoscimento credo vada tributato all'instancabile Pietro Villa, vero trascinatore di questa campagna elettorale). Il candidato è (possiamo pur dire "era", visto che la campagna si è conclusa, anche se non si è ancora votato) quanto di meglio potessimo schierare.
E' mancata, a mio avviso, un pò di "vis" polemica, e qualche volta siamo mancati nel prendere posizione sui problemi del territorio. Tuttavia, credo, la nostra campagna elettorale è da annoverare sicuramente fra quelle "impegnate" (ben diversa, ad esempio, da quella, vergognosa, della "Sinistra Arcobaleno").

Io mi accontenterei di un numero di voti "dignitoso". Non credo che, almeno qui in Umbria, si possa sperare in un "exploit" (tanto sperato quanto improbabile). Un numero di voti che ci possa consentire di continuare a far politica "seriamente", in vista di quello che io ritengo essere il vero "giudizio universale" non solo per SEL, ma più in generale per tutta la sinistra italiana: il voto, fra tre anni, per le nazionali. La politica locale è importante, ma lo è di più quella "parlamentare". Perchè solo quest'ultima garantisce quella "visibilità" che permette a un partito di sopravvivere nell'epoca della "televisionizzazione di massa". E' solo tale "visibilità" che permette a un partito come l'IdV (poverissimo dal punto di vista culturale) di prendere il 7% dei consensi. Dunque fra tre anni la sinistra italiana (intendendo con "sinistra" il movimento politico che riconosce ed avversa la categoria di "capitale") sarà chiamata a uno sforzo tremendo, perchè non potrà fallire l'obiettivo di rientrare in Parlamento. Ogni "mezzo" dovrà essere usato pur di raggiungere questo "fine".

Credo che SEL abbia tutte le potenzialità per poter ambire a un ruolo di primo piano nello scenario politico italiano. Essa supera, da una parte, l'ideologia "dialettica" dell'ortodossia "slava" (con tutto il suo retorico repertorio di simbolismi e concettualizzazioni sulla centralità della classe dirigente - che vuol dire poi scarsa simpatia per la stessa democrazia...); dall'altra recupera però una versione genuinamente "storica" del marxismo, e si fa "contaminare" dalle correnti culturali più disparate (un'operazione che, per la verità, la sinistra italiana avrebbe dovuto fare fin dai tempi di Togliatti...). Ciò che ne risulta è, a mio avviso, qualcosa di veramente interessante, qualcosa che, finalmente, avvicina la sinistra italiana alle sinistre europee.

Se, dunque, non vogliamo "morire dipietristi", estasiati davanti ai monologhi (a volte retorici) di Travaglio, o davanti al "gossip" (spesso lo è) del "Fatto quotidiano", questa è la SINISTRA che dobbiamo volere. Come possiamo, noi militanti, trascurare che, proprio nel momento in cui la sinistra ha dimenticato di essere se stessa, c'è un fermento eccezionale in tutto il mondo accademico? Come possiamo ignorare che concetti come quello di "plusvalore", o di "lavoro alienante", sono ormai oggetto di analisi perfino per "L'Osservatore Romano"? Come è possibile, oggi, non riproporre l'interpretazione di sinistra dei fatti? Ed accettare supinamente che TUTTO possa ridursi all'avversione per

UN individuo (Berlusconi)?
Io credo che una sinistra che voglia davvero chiamarsi tale non può non mettere "sul piatto" l'avversione non per UN individuo; ma per una intera categoria (il Capitale): per questo non possiamo, e non vogliamo morire dipietristi: il nostro "nemico" è Berlusconi non tanto perchè va a mignotte e si fa le leggi pro-suo, ma perchè il Capitale, che lui rappresenta nella forma più estrema, nel suo movimento espansivo pretende di sostituirsi allo "stato". Perchè, tramite lui, la Democrazia decade e diventa Demagogia. Perchè non è SOLO LUI...

Per non morire dipietristi (davvero una triste scelta del meno peggio...), le elezioni di domani sono comunque importantissime. Incrociamo le dita (sperando nelle capacità "mediatiche" di Vendola...)

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Mauro

La campagna elettorale è terminata

La campagna elettorale è terminata. Ora finalmente gli elettori possono tirare un respiro di sollievo, finalmente sono esentati dal turbinio di lettere recapitate, faccioni spalmati sui manifesti, maiali sacrificati sull'altare delle porchette elettorali.

Colgo l'occasione per invitare tutti al voto, e soprattutto per ringraziare coloro che si sono impegnati per SEL Alto Tevere.

Pietro, Cristina, Clara, Lucia, Francesca, Jaska, Matteo, Mauro, Gabrio, Giulio, Giuseppe, Rosalba, Francesco... naturalmente Elena e tanti altri compagni e compagne.

Loro sono stati i veri protagonisti di questa campagna elettorale, quelli che hanno "sentito" sulla pelle il valore delle nostre idee, quelli che si sono "spesi" senza alcuna contropartita al loro impegno, quelli che sanno che da martedì prossimo c'è di nuovo da rimboccarsi le maniche per "allattare" la nostra creatura.

Sono quindici anni che faccio politica attiva, e non mi era mai capitato di trovare tanta solidarietà e tanta sincerità come nel loro impegno.

A loro va tutta la mia stima tutta la mia riconoscenza; al di là del risultato che otterremo, so di aver trovato degli amici e delle amiche, ed in politica non è così frequente.

Grazie a tutti, di cuore.


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Stefano Briganti

Riconosciamo e difendiamo la bellezza...

Appello al voto di Nichi Vendola

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbro
Due anni fa una notte profonda è calata sul nostro paese. Convinta di aver conquistato, grazie a una seduzione bugiarda, il potere assoluto, la destra di Silvio Berlusconi ha creduto di potersi permettere tutto. E tutto si è permessa. Ha mentito e ingannato. Ha ignorato la realtà e le sue esigenze per sostituirla con uno zuccheroso fondale di cartapesta. Ha fatto dell’esercizio del potere una pratica quotidiana di licenza e abuso. Ha reclamato con fragorosa arroganza il diritto feudale all’impunità. Ha stracciato diritti, umiliato il lavoro, seminato intolleranza, coltivato egoismi, beffeggiato come ciarpame e impaccio ogni solidarietà.
Queste tenebre da cui siamo oggi circondati non sono il frutto di un’eclisse improvvisa e imprevedibile. Sono il prodotto di una lunga controrivoluzione culturale a cui moltissimi hanno messo mano. Si sono addensate nel corso di un quasi vent’anni, mentre giorno dopo giorno veniva circoscritto e infine cancellato ogni spazio pubblico, denunciato come intollerabile ciarpame ogni diritto, smantellata la centralità del lavoro, sequestrato e poi dissezionate in vacue pillole pubblicitarie quel bene comune essenziale che era e deve tornare a essere la politica.
L’illusione di invulnerabilità e impunità politica che ha alimentato in questi due anni l’orgia del potere berlusconiano è infondata. Scricchiolii sempre più numerosi e sempre più stridenti rivelano che lo scintillante castello del berlusconismo, fondato com’è sulle sabbie mobili di un colossale inganno, si avvia verso un rovinoso crollo. Ma uscire da questa ombra non sarà possibile senza restituire alle parole svuotate il loro spessore e il loro senso: senza riprendere possesso della politica e riportare la democrazia al suo significato di reale potere del popolo.
Queste elezioni possono segnare l’inizio della fine per chi, in nome del popolo, ha sottratto al popolo il diritto di decidere sulle proprie sorti e ha ridotto la libertà a sterile facoltà di scegliere tra vuoti prodotti di consumo politico.
E’ ora che quelle parole, popolo e libertà, si spoglino del carattere sinistramente ironico di cui li ha ammantati la destra e tornino alle loro origini, al loro eterno valore, al loro vero e profondo significato.

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Nichi Vendola


http://www.nichivendola.it/

http://www.sinistraeliberta.eu/

Rai per una notte - Sarà una bella notte!!!

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbro









Con

Roberto Benigni, Antonio Cornacchione, Teresa De Sio, Gillo Dorfles, Elio e le Storie Tese, Emilio Fede, Giovanni Floris, Milena Gabanelli, Riccardo Iacona, Giulia Innocenzi, Gad Lerner, Daniele Luttazzi, Trio Medusa, Mario Monicelli, Morgan, Nicola Piovani, Norma Rangeri, Sandro Ruotolo, Michele Santoro, Barbara Serra, Marco Travaglio, Vauro e Antonello Venditti.

L’informazione non si può interrompere, la stampa deve essere libera.
Per questo la Fnsi - Federazione Nazionale della Stampa Italiana - ha deciso di organizzare “Rai per una notte”, uno sciopero bianco per la difesa della libertà di stampa e dell’informazione che si terrà Giovedì 25 marzo, dalle ore 20 alle 24, al Paladozza di Bologna.

Rai per una notte sarà una manifestazione – trasmissione condotta da Michele Santoro con la partecipazione di Giovanni Floris, Daniele Luttazzi, Marco Travaglio, Vauro, la squadra di Annozero e molti altri ospiti del mondo del giornalismo e dello spettacolo.

La Fnsi e l’Usigrai – Organismo sindacale di base dei giornalisti Rai - metteranno a disposizione su Internet le riprese video e audio della manifestazione e consentiranno a tutti coloro che vorranno di riprendere e trasmettere in Tv o per radio l’intero evento.


RAI PER UNA NOTTE


Fonte: http://raiperunanotte.it/



Anche noi giuriamo solennemente che ora e sempre la faremo fuori dal vaso! :-)

RAI PER UNA NOTTE


Grazie Vauro per questa perla!

La riduzione della CO2 passa anche per il CARPOOLING!



Carpooling, è online il sito Passaggio.it

Uno sfondo verde prato, qualche fiore stilizzato, è con questo design che la soluzione web allo smog passaggio.it si presenta al visitatore.

Il neonato sito italiano di carpooling permette a chi cerca e a chi offre passaggi auto di mettersi in contatto in modo facile, veloce ed in tempo reale. Passaggio.it è un portale gratuito, di utilizzo semplice ed intuitivo. All'insegna del motto "Clicca. Viaggia. Risparmia." promuove una nuova modalità di spostamento, basata sulla condivisione dell'auto da parte di più persone che percorrono la stessa tratta. Il fine è risparmiare tempo e costi di viaggio, "risparmiando" l'ambiente dalle nocive emissioni di anidride carbonica.
Confratello di mitfahrgelegenheit.de, piattaforma tedesca di carpooling, fondata nel 2001 dall'idea di tre giovani tedeschi. Con più di 1,1 milioni di utenti registrati e 200.000 viaggi attivi per mete nazionali e internazionali il portale è oggi il più popolare in Europa.
Molte richieste e offerte di carpooling afferiscono a città italiane e fra gli utenti iscritti alla piattaforma tedesca circa 10.000 sono italiani. Per rispondere alla richiesta di questi nasce un sito tutto italiano che fa tesoro dell'esperienza tedesca e nel contempo va incontro alle esigenze degli italiani.
La mediazione dei passaggi avviene nel massimo della sicurezza e della trasparenza. Presso il nuovo servizio gli utenti possono autenticare il loro profilo inviando una copia di un documento personale, scambiarsi dei feedback ed aggiungere al proprio network di fiducia gli utenti con cui hanno già fatto carpooling. Inoltre, ogni utente può stabilire in modo autonomo, quali dati di contatto comunicare a potenziali conducenti o passeggeri e come desidera essere contattato. Un sistema di messaggistica interno offre un'opzione in più per interagire con i compagni di viaggio. È altresì possibile inserire nell'account una foto profilo e renderla visibile agli altri utenti. Ciò contribuisce a "familiarizzare" con il passeggero o conducente e a vanificare eventuali timori e paure legate al fatto di viaggiare con uno sconosciuto.
Infine, per ovviare a possibile malintesi su dove incontrarsi, i conducenti possono inserire e georeferenziare i punti di incontro, ovvero stabilire direttamente sulle google maps un luogo di ritrovo a partire dal quale inizierà il viaggio ed indicare anche le località dove verrà fatta tappa.Nella scheda dell'auto la voce "emissioni di CO²" è volta a sensibilizzare ogni autista per ricordare che l'auto è il primo contributo individuale all'inquinamento ambientale e facendo carpooling con passaggio.it si può contribuire a rendere l'aria più pulita.


Citazione

"Prendi posizione. La neutralità favorisce sempre l'oppressore, mai la vittima. Il silenzio incoraggia sempre il torturatore, non il torturato".

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Elie Wiesel

Il "voto utile" ad personam del Partito Democratico

Siamo a pochi giorni dalle elezioni regionali e come da veltroniana memoria anche in questa occasione è arrivato il solito richiamo al voto utile.

Sono anni che con questa tecnica il PD cerca di convincere gli elettori a votare PD perché votare un altro partito della coalizione di centro-sinistra significa buttare il proprio voto.

Sono anni che con la scusa del voto utile il PD sta cancellando le voci in disaccordo, cercando di arrivare ad un bipartitismo in cui possano definitivamente decidere tra loro (PD e PDL) le sorti del paese e delle regioni.

Il vero voto utile è quello di cuore, quello verso le persone che si candidano con idee alternative e innovative. Il voto utile è per chi guarda al futuro (energia rinnovabile, città vivibili, fondi alla ricerca) e non al passato (nucleare, autostrade, muri contro gli immigrati), per chi ha il coraggio di schierarsi contro la guerra, ovunque essa sia, per le persone che hanno la forza di confrontarsi con la gente per creare un programma condiviso.
Il voto utile è quello che sposta a sinistra la coalizione PD – IDV.
Il voto utile è quello che contrasta il bipartitismo, che riteniamo essere profondamente antidemocratico; il voto utile è quello che contrasta PD e PDL, che si rincorrono per convincere i cittadini indecisi a suon di pubblicità e sorrisi truccati.

Inoltre, per favore dite ai candidati del PD che è ora di finirla con la bugia che il voto dato a Sinistra Ecologia Libertà è un voto buttato. Ogni voto dato a Sinistra Ecologia Libertà è un voto che si somma a quelli degli altri partiti della coalizione che sostengono il candidato a Presidente Marini. Quindi, il voto dato a Sinistra Ecologia Libertà vale dal punto di vista aritmetico esattamente quanto il voto dato al PD, mentre, a nostra parere, dal punto di vista politico e morale vale enormemente di più.

P.S.: vorremmo spiegare al PD che l’esempio delle elezioni regionali in Francia dovrebbe insegnare loro cosa significa fare politica. Se in Francia la coalizione tra socialisti, comunisti e verdi ha conquistato 21 regioni su 22 è perché lì non esiste un  PD che pretende di dettare le regole, ma tutti i partiti coalizzati hanno avuto pari dignità. Questo è il modello che dovrà mettere al lavoro le migliori energie e le migliori intelligenze della Sinistra italiana a partire da martedì prossimo. Noi ci saremo. Uniti si vince, ma per vivere bene uniti occorre rispetto.
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Stefano Briganti

IN MEMORIA DI STEFANO SENSINI

Conoscevo Stefano Sensini da molti anni.
Ci accomunava la passione per la politica e l'impegno civico che ci ha fatto fare lo stesso percorso e compiere le stesse scelte.
Entrambi dirigenti dei DS prima, entrambi contrari alla nascita del PD fino alla decisione di non entrare in quel nuovo contenitore.
Entrambi impegnati in Sinistra Democratica per la costruzione di un nuovo soggetto politico rappresentativo della Sinistra italiana.
Entrambi convinti di averlo finalmente trovato in SEL. Così convinti da metterci in gioco in prima persona come candidati per le elezioni regionali.
Ricordo di Stefano la voce sottile che fuoriusciva da un corpo maestoso, il desiderio di intervenire ad ogni riunione per portare il proprio punto di vista, mai banale.
Ho perso un amico, abbiamo perso un compagno.
Porto il mio più sentito cordoglio alla famiglia, oltre al cordoglio di SEL Alto Tevere.

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Stefano Briganti

Lettera di Stefano Briganti agli elettori

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere UmbroCara elettrice,
caro elettore,
intervengo al termine di questa campagna elettorale per fare alcune considerazioni e per un invito al voto a favore di Sinistra Ecologia Libertà.

È stata una campagna elettorale surreale.

Si sono confrontati pochi Davide e tanti Golia. I tanti Golia sono i consiglieri regionali uscenti che, ancor prima delle candidature ufficiali, avevano tappezzato le città con i loro volti e con nessun tema politico a supporto. Uno sforzo economico che lascia trapelare quanto sia importante per le tasche dei consiglieri la conferma in Consiglio Regionale, uno sforzo purtroppo non supportato da una capacità politica e programmatica tale da far intendere agli elettori per quale motivo avrebbero dovuto essere sostenuti. Abbiamo visto dei Golia che, a discapito del loro passato ecologista, imbrattano le città con adesivi, regalano kit di sopravvivenza democratica senza pensare alla sopravvivenza degli alberi che sono stati abbattuti per crearne le scatole, girano le città con furgoni e camper pubblicitari che fatalmente inquinano con i loro gas di scarico.

Abbiamo visto dei Golia che, forti della loro carica istituzionale, inviano lettere tutte uguali a tutti gli elettori delle città, senza pensare che una sola lettera in una famiglia sarebbe stata più che sufficiente per mandare un messaggio senza sprecare risorse e carta. Abbiamo visto dei Golia che utilizzano enormi pubblicità montate su camion per spalmare i loro faccioni rassicuranti in ogni località, con la curiosa coincidenza che negli stessi giorni altri camion che portavano in giro le pubblicità di un circo giravano in città; chissà, forse è stato un caso del destino che il circo e i candidati utilizzassero gli stessi mezzi per farsi propaganda.
 

Abbiamo visto tanti Golia, ma anche qualche Davide che, come nel biblico racconto, armato semplicemente di una fionda ha cercato di resistere alla prepotenza dei tanti Golia.
Uno dei Davide è stato certamente Sinistra Ecologia Libertà.
Sinistra Ecologia Libertà, che sono stato chiamato a rappresentare, ha impostato una campagna elettorale sul rapporto con le persone, senza fare forzature e senza utilizzare fuochi d’artificio.

Sinistra Ecologia Libertà ha utilizzato un manifesto con una faccia piccola piccola e tanti temi politici.

Sinistra Ecologia Libertà non ha regalato accendini né kit di sopravvivenza, perché ritiene che la politica sia una cosa seria e non possa essere mercificata, perché ritiene che la vera sopravvivenza da reclamare è quella del libero pensiero e delle idee.

Sinistra Ecologia Libertà ha organizzato, lo scorso venerdì, una iniziativa sul tema della immigrazione e diritti di cittadinanza. I cittadini stranieri, singolarmente e per il tramite delle loro organizzazioni, si sono presentati ed hanno discusso con noi delle problematiche che attengono alla loro vita in Italia. È stato un momento forte di questa campagna elettorale. E per tutta risposta, ci siamo sentiti dietro le spalle i sorrisini dei tanti Golia che ci chiedevano perché abbiamo perso tempo con un tema tanto scomodo, per di più impegnando un giorno di campagna elettorale a parlare con persone che non essendo cittadini italiani non possono votarci.

Non sono pentito, non siamo pentiti: forse non avremo un grande successo elettorale, ma in queste settimane abbiamo creato le condizioni per proseguire un impegno spontaneo, ricco di contenuti, denso di proposte per la città ed il territorio.

Se anche voi vi sentite dei Davide e siete stanchi delle prepotenze dei tanti Golia che utilizzano le posizioni dominanti delle poltrone istituzionali;

se vi sentite dei Davide che ritengono che la politica possa essere praticata anche senza sperperare risorse economiche;
Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbrose vi sentite dei Davide che credono nei contenuti veri più che nel lavoro scrupoloso dei truccatori che si sono così a fondo impegnati nel trasformare i volti di stanchi candidati, allora
VOTATE
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTÀ.


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Stefano Briganti

Citazione

"Che fanno di concreto gli inferociti contro il governo? Non hanno aderito a nessun gruppo d’acquisto, non hanno costruito un punto di ritrovo alternativo, un evento, una festa ribelle, un’impresa etica. Niente. Continuano a lavorare sotto padrone, dando ogni giorno buona parte del loro tempo al sistema e ogni tanto protestano al bar o in piazza. E come possiamo concludere qualche cosa?" 

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Jacopo Fo

Blog di Jacopo Fo
http://www.jacopofo.com/

Libera Università di Alcatraz
http://www.alcatraz.it/

Citazione

"Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa, costruisci un modello nuovo che renda la realtà obsoleta".

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Richard Buckminster "Bucky" Fuller

Campagna per il diritto alla cittadinanza

Campagna della Comunità di Sant'Egidio per il diritto alla cittadinanza




In Italia è in corso una revisione della normativa riguardante il diritto alla cittadinanza. A questo riguardo, la Comunità di Sant'Egidio desidera porre l'accento in particolare sul diritto alla cittadinanza dei minori nati in territorio italiano o giunti in tenera età e scolarizzati in Italia.

La campagna per la cittadinanza promossa dalla Comunità di Sant'Egidio intende quindi richiedere che nella nuova normativa sia previsto che

- il bambino nato in Italia da cittadini stranieri regolari possa acquisire la cittadinanza al momento della nascita;

- possa acquisire la cittadinanza anche il bambino, nato all’estero e giunto in Italia minorenne, che abbia frequentato un ciclo di studi nel nostro Paese.

Si può sostenere la campagna con la FIRMA ONLINE

oppure utilizzando IL MODULO ALLEGATO



APPROFONDIMENTO:

Appello inviato ai parlamentari italiani in occasione dell'inizio della discussione del disegno di riforma della legge sulla cittadinanza (dicembre 2009)

Comunità di Sant’Egidio – Caritas Italiana- A.C.L.I. - Fondazione Migrantes - Fondazione Centro Astalli -
Comunità Papa Giovanni XXIII

BAMBINI E RAGAZZI DI ORIGINE STRANIERA
per una legge sulla cittadinanza nell’interesse del Paese

Le associazioni di ispirazione cristiana ed i soggetti ecclesiali firmatari di questo appello si rivolgono ai parlamentari perché i lavori per la riforma della legge sulla cittadinanza non siano presi in ostaggio dalla sterile contrapposizione tra gli schieramenti; ma si giunga in tempi ragionevoli all’approvazione di una legge giusta e lungimirante che tenga conto degli importanti mutamenti verificatisi nella composizione della società italiana in questi ultimi anni.
Come ha osservato Sua Santità Benedetto XVI, che ha voluto dedicare il Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2010 ai Migranti e Rifugiati Minorenni, “ i migranti e i rifugiati minorenni toccano un aspetto che i cristiani valutano con grande attenzione, memori del monito di Cristo, il quale nel giudizio finale considererà riferito a lui stesso tutto ciò che è stato fatto o negato “ a uno solo di questi più piccoli” ( cfr Mt 25, 40-45). Ci ricorda ancora Benedetto XVI che i molti bambini stranieri che sono nati nel paese di immigrazione o qui giunti durante l’età della scolarizzazione, “fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza”.
Valorizzare questi loro vantaggi e nel contempo offrire risposte adeguate alle possibili fragilità corrisponde dunque all’interesse del nostro Paese, tanto più che essi, salve poche eccezioni, sia che divengano italiani sia che rimangano stranieri, vivranno sempre con noi.
I bambini ed i ragazzi di origine straniera sono oggi poco meno di 900 mila, di cui 520 mila nati nel nostro Paese, e costituiscono già il 7% dell’intera popolazione scolastica.
In molti frequentano le nostre parrocchie ed oratori, provenendo in maggioranza da famiglie di fede cristiana.
In ogni caso essi condividono con i bambini e i ragazzi della loro età, già italiani per nascita, gli impegni, i desideri, i problemi, i sogni, le mode e le angosce di una cittadinanza in formazione, affidata per la sua piena riuscita agli adulti di oggi.
Questi ragazzi parlano l’italiano meglio della lingua del paese di origine, che in molti casi nemmeno conoscono. La loro inflessione dialettale è veneta in Veneto, siciliana in Sicilia; e l’Italia è l’unico Paese nel quale possano davvero identificarsi, a condizione che non ne siano tenuti ai margini.
Essi rappresentano, indubbiamente, una grande possibilità di sviluppo per il nostro Paese, il quale a tutt’oggi attraversa una fase molto pronunciata di invecchiamento, ma potrebbero anche costituire un problema se il sentimento di appartenenza alla società italiana non verrà assecondato, sostenuto e radicato in loro con le opportune iniziative, sia oggi che negli anni a venire. Ancora si legge nel messaggio del Pontefice: “ non si dimentichi mai che l’adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell’essere umano”.
Corrisponde dunque al comune interesse di tutti – vecchi e nuovi italiani – che la appartenenza di questi bambini e giovanissimi alla comunità nazionale sia rafforzata e confermata dal riconoscimento pieno e formale della cittadinanza.
D’altra parte, l’aumentata mobilità internazionale e l’affermarsi, in seno alla comunità internazionale, di stretti vincoli di cooperazione nella pace tra i paesi che rifuggono la violenza, il terrorismo e la guerra, hanno reso oggi meno rilevanti che in passato le identità fondate sul sangue o sul luogo di nascita; e conducono realisticamente a riconoscere la possibilità del doppio status di cittadinanza come esito dell’accresciuta globalizzazione, se accompagnata da una effettiva stabilità migratoria.
Crediamo dunque che i bambini ed i ragazzi cresciuti in Italia da genitori stranieri, specie se potranno crescere da cittadini, possano condividere con le loro stesse famiglie, con i loro coetanei e con le altre generazioni di italiani un nuovo patriottismo costituzionale, più capace di ieri nel costruire la pace e praticare la cooperazione internazionale. In tal senso già ci rassicura l’equilibrato legame con l’Italia di molti nostri connazionali residenti in paesi di cui pure sono divenuti onesti cittadini.
Auspichiamo dunque che le possibili e ben comprensibili diversità di vedute su altri temi della riforma oggi in discussione non ostacolino e non ritardino l’affermarsi, attraverso nuove regole, di una visione condivisa riguardo al necessario riconoscimento della cittadinanza in concreto vissuta, sin dalla tenera età dell’infanzia e dell’adolescenza, da tanti ragazzi che oggi sono ancora stranieri, ma che certo non sono e non si sentono solamente immigrati.
Invitiamo tutti a posare lo sguardo sui bambini perché essi sono il futuro del nostro Paese.

In particolare auspichiamo:

Che sia attribuita la cittadinanza, al momento della nascita, al bambino nato in Italia da genitori stranieri già regolarmente soggiornanti, i quali mostrino in concreto di volersi inserire nella società italiana

Che al positivo inserimento del minore nel nostro Paese, anche se nato all’estero, corrispondano adeguate modalità di attribuzione della cittadinanza, già prima del compimento della maggiore età; rendendo altresì disponibili procedure opportunamente agevolate di naturalizzazione nei primi anni dell’età adulta per coloro che siano comunque giunti durante la minore età in Italia.

Che a coloro che diventano cittadini non venga anacronisticamente imposta la rinuncia alla cittadinanza di origine, salva la ricorrenza di imperiose, specifiche ed eccezionali esigenze di politica estera e di interesse nazionale.

Che ai giovani vissuti in Italia sin dalla tenera età, ma già divenuti maggiorenni sotto il vigore della legge n.91/1992, sia transitoriamente consentito di valersi delle nuove regole di acquisto della cittadinanza durante la minore età.


Fonte: http://www.santegidio.org/index.php?pageID=1597&idLng=1062

FERMI TUTTI. L'ACQUA E' PUBBLICA!

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbro
Clicca sull'immagine per firmare la PETIZIONE


Petizione di Sinistra Ecologia e Libertà per l'acqua bene comune pubblico

Una recente legge del governo Berlusconi prevede l'affidamento della gestione dei servizi pubblici locali a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato non inferiore al 40%; la stessa legge approvata prevede la cessazione degli affidamenti cd. "in house" a società interamente pubbliche e controllate dai Comuni entro il 31.12.2011.

Il governo Berlusconi espropria così gli Enti locali e le comunità locali della libertà di scegliere la forma attraverso la quale gestire ed erogare i servizi pubblici locali; la complessiva normativa italiana sull'acqua risulta non organica e contraddittoria e manca ancora a livello internazionale il riconoscimento formale e solenne dell'acqua come bene comune e diritto umano; in questi quindici anni non sono state attuate coerenti politiche idriche e l'acqua non è stata gestita correttamente a livello di bacino idrografico.

La privatizzazione dell'acqua è un epilogo da scongiurare con ogni mezzo, essendo la risorsa idrica un diritto universale e non una mercè né un mero bisogno; non è l'Europa ad imporre la privatizzazione del servizio idrico in nessun provvedimento normativo e in nessuna Direttiva Europea; due diverse risoluzioni del Parlamento europeo affermano il principio che l'acqua è un "bene comune dell'umanità" mentre gli organismi della UE hanno più volte evidenziato che "alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza"; le Istituzioni hanno la libertà e l'autonomia di scegliere se fornire direttamente un servizio di interesse generale o se affidare tale compito ad altro Ente (pubblico o privato) in piena legittimità e coerenza con le vigenti direttive europee sui servizi pubblici locali.

Nei Paesi della UE, dopo sporadici tentativi di privatizzazione di alcuni servizi pubblici locali e dopo aver constatato l'abbassamento della qualità dei servizi ed un vertiginoso incremento delle tariffe, si è registrata una decisa e ferma inversione di tendenza verso la ripubblicizzazione degli stessi (ad esempio il Comune di Parigi ha avviato l'iter di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato).

Noi sottoscrittori della petizione promossa dal forum ambiente di Sinistra Ecologia Libertà

riconosciamo l'acqua come bene comune e diritto umano, in particliare l'accesso all'acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell'acqua come bene comune pubblico
sollecitiamo il riconoscimento (a livello dell'ONU e delle norme costituzionali nazionali) dell'acqua come bene comune e diritto umano anche con specifici e vinclianti obiettivi internazionali di lotta alla sete e alla desertificazione;
impegniamo i consiglieri e assessori comunali e provinciali al riconoscimento di tale diritto dando loro mandato di proporre la modifica degli Statuti comunali e provinciali nei loro rispettivi enti di appartenenza per il riconoscimento del servizio idrico come servizio pubblico locale (privo di rilevanza economica), anche sperimentando nuove e diverse forme di strutturazione di società di diritto pubblico per la gestione delle risorse idriche, privilegiando quanto più possibile il livello del bacino idrografico;
impegniamo i consiglieri e gli assessori regionali, anche in vista del prossimo rinnovo di mliti consigli regionali, ad operare affinché le Amministrazioni Regionali, propongano ricorso presso la Corte Costituzionale su quanto previsto dall'art. 15 del DL 135/2009, come già stanno positivamente facendo alcune Regioni;
aderiamo alla manifestazione del 20 marzo promossa dal movimento italiano per l'acqua;
sosteniamo tutte le iniziative normative, amministrative e sociali contro la privatizzazione dell'acqua per la ripubblicizzazione dei servizi, anche verificando la possibilità della presentazione di un quesito referendario che abroghi il dispositivo previsto dall'art. 15 del decreto 135/2009.

Fonte: http://www.sinistraeliberta.eu/petizione/

http://www.acquabenecomune.org/

SEL Altotevere Umbro prende posizione nei confronti dell’autorizzazione beni paesaggistici

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbro

Il SEL prende posizione nei confronti dell’autorizzazione beni paesaggistici

Citta di Castello - Con questo atto, infatti si concedono autorizzazioni senza tenere conto della Legge Regionale 2004

SEL Alto Tevere Umbro prende decisamente posizione nei confronti dell’autorizzazione beni paesaggistici n. 4819 del 16 ottobre 2009 rilasciata dal Comune di Città di Castello.
Con questo atto, emesso IN DEROGA al vigente REC e senza tenere sufficientemente conto dei dettami della Legge Regionale n.8 del 2004, si autorizza un proprietario terriero a recintare un appezzamento di terreno ponendo dei fortissimi vincoli e barriere fisiche tali da inibire qualsiasi tipo di accesso.
Una autorizzazione concessa troppo in fretta (la domanda era pervenuta il 21 settembre 2009) per una questione così delicata e che interessa una porzione così ampia di territorio sottoposto a tutela paesaggistica!
Un allevamento di bovini di razza Chianina (animale che per essere ingrassato non può pascolare) ed ungulati non è motivazione sufficiente per autorizzare una recinzione alta 2 metri, senza varchi, su una superficie di 300 ettari.
Esiste un problema di tutela e di vivibilità del paesaggio che con questa decisione viene calpestato; una decisione che va a discapito dell’attività dei tartufai dell’Alto Tevere e di tutti coloro che intendono “vivere” liberamente il territorio.
A fronte di questa autorizzazione, l’Associazione Tartufai Altotevere ha prodotto all’amministrazione comunale una memoria che non è stata presa in considerazione. La strada che l’Associazione ha dovuto intraprendere è allora quella di far riconoscere i propri diritti al TAR ed agli altri organi giudiziari.
Noi riteniamo che la politica, quando è chiamata ad impegnarsi nella gestione di amministrazioni locali, debba prestare maggiore attenzione alle istanze dei cittadini, semplici o organizzati, e non trincerarsi dietro il paravento delle responsabilità affidate ai dirigenti di settore.
SEL Alto Tevere Umbro, consapevole di quanto incida la decisione dell’Amministrazione Comunale di Città di Castello in termini ambientali, si adopererà in sede di Consiglio Comunale e nelle altre sedi possibili per tutelare il nostro patrimonio territoriale e difendere la battaglia dei cittadini altotiberini.

Fonte: http://www.primopianonotizie.com/Notizie/tabid/68/Notizia/100316100646-sel-prende-posizione-autorizzazioni/Default.aspx

Capitalismo post crescita, pubblicità e cittadini consumati



- di Diego Barsotti -
«Il capitalismo moderno è la combinazione di questi due elementi: l'invenzione di bisogni e l'infantilizzazione della società adulta». Benjamin Barber intervistato da Repubblica in occasione dell'uscita del suo ultimo libro offre una miriade di spunti interessanti sull'evoluzione del capitalismo e del suo pilastro fondamentale: la crescita dei consumi.

Per quanto riguarda l'invenzione dei bisogni non si tratta altro che di una presa d'atto, riconosciuta ormai da decenni, a partire dai lavori di Galbraith e Baudrillard. Interessante e un po' più nuovo la riflessione secondo cui «adolescenti e bambini diventano l'archetipo, il modello del consumatore ideale, perché sono impulsivi e non riflettono a lungo prima di comprare». Da una parte quindi la frontiera dei consumi è stata spostata verso fasce d'età sempre più basse, dall'altra «la beatitudine - risponde Barber - viene associata a restare anche in età adulta dei consumatori-bambini, egocentrici che dicono "io voglio" per sempre».

L'instupidimento del consumatore è ben evidente anche nella strategia che la grande distribuzione ha messo in atto nel periodo della crisi, offrendo in promozione nel corso del 2009 quasi un quarto dei propri prodotti. Ufficialmente e formalmente si tratta di operazioni che vengono incontro alle famiglie che si trovano sempre più in difficoltà ad arrivare a fine mese. Ma perché nessuno incrocia questo dato per esempio con quello della percentuale di cibo che viene buttato via oppure della riduzione della prospettiva di vita di ogni singolo oggetto che acquistiamo (sempre più spesso) utilizziamo (sempre di meno) e infine gettiamo via (sempre prima) per acquistarne uno nuovo uguale?

(Continua...)

Videolettera di Nichi Vendola agli elettori dell'UMBRIA



L'intervento di Nichi Vendola, leader di Sinistra Ecologia Libertà, nella manifestazione di Piazza del Popolo. L'intervento più appassionato, l'intervento più applaudito.

Dibattito: Immigrazione e diritti di cittadinanza. Esperienze a confronto

Stefano Briganti - Il candidato SEL per Città di Castello e l'Alto Tevere Umbro

Vai all'evento su Facebook.

Liberalismo e liberismo (risposta a V.Nocchi)

Ritengo giusto cercare di non ridurre questo blog a mero luogo di slogans elettorali, di propaganda. Per questo, oggi, vi propongo un argomento che ho
ricavato dall'interessantissimo ultimo libro del "compagno" Venanzio Nocchi: "Fondamenti teorici ed incidenza sociale del concetto di sintesi".
Nel capitolo in cui parla del filosofo americano John Dewey, Nocchi, devo dire con acutezza e profondità non certo comuni, afferma che il "liberalismo"
(inteso come insieme delle libertà formali e politiche dell'individuo) non può essere scisso, come invece sostiene Dewey, dal "liberismo" (inteso come
libertà di perseguire l'utile economico).
Dato che questo problema investe direttamente la visione culturale stessa su cui poggia un partito che si richiama, contemporaneamente, alla sinistra e
alla libertà, mi sembrerebbe doveroso un attimo di riflessione e di approfondimento.
Il liberalismo, nella sua accezione comune, nasce durante il 1700 sotto la spinta di quel movimento chiamato "illuminismo inglese". Fondamentale è stata,
per gli sviluppi del liberalismo, la visione filosofica di John Locke e, prima di lui. in sede, diciamo, più "giuridica", di Ugo Grozio.
L'olandese Grozio, sulla spinta di quella autentica "rivoluzione" che è stata la Riforma protestante, afferma che l'uomo possiede una ragione valida "anche
se, cosa empia, Dio non esistesse".
La ragione dell'uomo quindi approva, o vieta, le azioni "in sè", e non perchè una legge divina lo prescriva. E la ragione, sotto l'impulso dell'evidenza,
individua alcuni diritti "naturali" dell'uomo, e li individua nel diritto alla vita, alla libertà ed ai beni.
Il concetto di "bene" (evidentemente economico) dell'individuo entra quindi, già dal 1500, nel, diciamo, "patrimonio genetico" del nordeuropa riformista.
La riflessione di Nocchi presenta dunque un fondamento "certo". Egli infatti si chiede: "e' credibile un'interpretazione della teoria liberale come astraibile,
nei suoi fondamenti formali, dalle condizioni materiali, dagli interessi, dalle motivazioni profonde che l'hanno resa possibile?"
Stando a quanto dicevo di Grozio, no.
Tuttavia, ritengo, c'è stata anche un'altra interpretazione della democrazia "liberale": quella nata dalla Rivoluzione francese.
Nell'illuminismo detto "continentale", la libertà individuale della tradizione anglosassone diventa "diritto", ed assume dunque una veste, diciamo, più
legata alla collettività (e meno all'individuo).
Tutto ciò è da legarsi, tanto per tornare al tema principale del saggio di Nocchi, ad una "sintesi conoscitiva" europeo-continentale assai diversa da quella
anglosassone.
E'da chiedersi piuttosto se una democrazia "giacobina" europeo-continentale sia ancora proponibile. E' da chiedersi, ovvero, se la mutata scena economica,
sociale, politica, possa permetterla ancora. Ma questo vuol solo dire che è da chiedersi se la "sintesi conoscitiva" degli europeo-continentali sia ormai
divenuta quella degli anglosassoni...
In realtà, abbiamo visto come nello scenario storico-politico non possano esservi "definitività". L'elezione di B.Obama; l'ascesa dell'estrema destra
nel quadro della politica europea; il rinascere di forti movimenti politici contrapposti dimostrano come la "sintesi conoscitiva" non può essere intesa
come un qualcosa dall'andamento "regolare". Le dinamicità storiche non permettono di adagiarsi su "verità già raggiunte".
Di conseguenza, la sinistra politica può, e deve, riproporre quella che è la sua visione di società, di cultura, di politica: la sua "ideologia". Una
"ideologia" intesa certo non come chiusura "ontologica"; ma come apertura a sintesi conoscitive "possibili".
Bisogna, in sostanza, interrogarsi proprio sulla "possibilità" di una sintesi fra l'idea di sinistra e la democrazia come sistema politico.
La mia risposta alla, per certi versi tremenda, domanda di Nocchi è allora questa: sì, è possibile un'interpretazione "di sinistra" della teoria liberale a patto che la
"libertà" venga vista come "diritto".
Ma questo sposta il tema della discussione sul concetto di "stato", sulle sue forme e sui suoi poteri, ovvero sulle teorie del diritto come "naturale" o
come "positivo", perchè è evidente che solo uno stato che "pone", esso, il diritto può imporsi sulle libertà che l'individuo, spesso, SI prende (con la forza).

Creiamo qualcosa di nuovo!

Per riflettere sulla società del consumo come fine ultimo, sui modi di produzione, sulla responsabilità intergenerazionale, sullo sfruttamento e distruzione irreversibile delle risorse naturali, delle speci animali e vegetali del pianeta, sui rifiuti, sull'obsolescenza pianificata e l'obsolescenza percepita...

La Storia delle Cose (The Story of Stuff)


http://www.storyofstuff.com/index.html

Elezioni Regionali 28-29 marzo: Il candidato di SEL Altotevere Umbro

Il candidato di Sinistra Ecologia Libertà di Città di Castello ed Alto Tevere:
Stefano Briganti




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(nella foto, Stefano Briganti e Nichi Vendola a Perugia, 20/02/2010)



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11/03 Cena SEL Altotevere Umbro con SEL Valtiberina Toscana, interviene FRANCO GIORDANO

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Si prega di comunicare il numero dei partecipanti alla cena entro mercoledì 10 marzo al n. tel. 340 6935137 (Elena)

Democrazia cos'è?

In merito agli ultimi fatti politici, riguardanti il decreto "interpretativo" che il governo ha escogitato per riammettere alle votazioni il PdL nel Lazioe la "Lista Formigoni" in Lombardia, vorremmo far notare le gravissime responsabilità che il Presidente della Repubblica si è accollato firmando queldecreto.Fedeli al motto "socratico" di dire la verità, dobbiamo certamente ammettere che, innanzitutto, una assunzione di responsabilità di quel tipo merita tuttoil nostro rispetto. Secondariamente, non si può sottovalutare l'oggettiva difficoltà di quella scelta. Perchè firmare o non firmare quel decreto avrebbe,in entrambi i casi, comportato conseguenze pesanti: non si dica che corrisponde ad un criterio democratico l'allegra esclusione di un partito da una contesaelettorale...Ma le conseguenze dell'apposizione di quella firma sono egualmente, se non più, gravi. Nel senso che si è fatto passare il principio della "interpretatività" di una Legge.Anche nei paesi in cui la costituzione è più "flessibile", una modifica costituzionale (come la modifica della legge elettorale) è sempre approvata con una ampia maggioranza parlamentare.In questo strambo paese, si è invece (sfruttando quella autentica miniera di bla-bla costituita dal nostro vocabolario) deciso che una legge costituzionaleè "interpretabile", e che può essere oggetto di decreto legge (ovvero di procedura rapida e decisionistica del governo).Ovviamente tremano le stesse fondamenta della democrazia come sistema di governo: se una Legge diventa "interpretabile", allora è da sprovveduti non credereche tale "interpretatività" diventi ben presto l'interpretazione dell'Uomo Forte (inteso come soggetto politico).Gli antichi greci, che di queste cose se ne intendevano assai più di noi, affermavano che la Democrazia non può essere ritenuta come "sistema politicodefinitivo". Essi avvertivano che la Demagogia (il sistema politico nel quale il "popolo è guidato" - da un soggetto esterno ad esso) è sempre in agguato.Ciò che abbiamo visto è dunque null'altro che il dema-gogo (colui che conduce in popolo) che cambia - ovviamente a suo favore - la Leggedemocratica.Napolitano è dunque resposabile di aver favorito questo processo; questo passo di gambero della democrazia.Ovviamente, spero, nessuno può credere che la "interpretazione" non sia un vero e proprio cambiamento. Ricordiamo che la Legge democratica ateniese èSCRITTA, in quanto la scrittura ne facilita la comprensione di tutti nella sua oggettività. Ma questo non può che voler dire che la Legge non può esserein alcun modo "interpretata", perchè l'interpretazione è sempre soggettiva.

Mauro Rossi

Predicare bene e razzolare male

Sono di questi giorni certi attacchi portati a SEL da O.Diliberto e P.Ferrero. I due rappresentanti della Federazione della Sinistra hanno parlato di SEL come di una formazione politica troppo vicina al PD e troppo poco critica verso di esso.Noi non lo crediamo, ma ammesso anche che queste di Diliberto e Ferrero siano dichiarazioni che corrispondono al vero, ci sembra incredibile come i due"segretari" della FdS non abbiano di meglio da fare che, continuamente, attaccare una formazione politica di sinistra come SEL...Possiamo, al limite, comprendere che SEL e FdS, diciamo, "giochino sullo stesso tavolo" (ergo: cerchino ambedue i voti nello stesso alveo elettorale). Quel che,certamente, non comprendiamo è questa guerra "fratricida" fra partiti che, invece, dovrebbero cercarsi e cercare di ristabilire un dialogo costruttivo.C'è da registrare, invero, l'ennesima puntata della serie: "predicare bene e razzolare male". In Umbria infatti la Federazione della Sinistra, dopo avermesso in piedi un teatrino davvero niente male con la candidatura di O.Goracci, ha accettato allegramente un posto nell'antidemocratico e spartitorio"listino". Chissà se Diliberto e Ferrero sono al corrente di queste "vicinanze" al PD dei loro rappresentanti umbri...Sempre a proposito di quel famigerato serial ("predicare bene e razzolare male"), registriamo quanto siano profonde le critiche portate allo stesso "listino"dai rappresentanti dell'Italia dei Valori. Che, solo poco tempo fa, addirittura minacciavano di uscire dalla maggioranza di centro-sinistra in caso diapprovazione di quello strumento da Manuale Cencelli.Ci risulta che anche l'IdV abbia, in seguito, "soporiferamente" accettato un posticino per un suo rappresentante. Evidentemente la notte porta consiglio, equalche dipietrista "tiene famiglia"...

Mauro Rossi

I giovani e la politica...

"Debbono essere i govani a chiedere, a cercare chi può rispondere, a domandare sempre di più, a federarsi, a controllare, altrimenti meritano di essere lasciati affogare nella panna delle troppe spiegazioni organizzate. Debbono arrivare a sentire intollerabile la loro miseria e la loro ignoranza. Debbono chiedere aiuto al passato, alla storia..."

Franco Fortini (1917-1994)

La Fabbrica delle Idee, per l'Umbria e per l'Altotevere

Ispirati dalle "Fabbriche di Nichi", forse sognando di emularle in un futuro prossimo anche nell'Alta Valle del Tevere (nelle ultime settimane è nata anche la "Fabbrica di Nichi Perugia"), anche in vista dell'appuntamento elettorale del 28 e 29 marzo ma guardando decisamente oltre, abbiamo deciso di partire dal basso, dal territorio e dalle persone. La rete ormai è uno degli strumenti più importanti offerti alla democrazia e Barack Hussein Obama ha dimostrato quanto possa essere importante la partecipazione "virtuale" alla costruzione di politiche reali.

Il circolo di Sinistra Ecologia e Libertà per l'Altotevere Umbro ha deciso di usare le reti sociali, i social network, questo blog e tutti gli altri strumenti utili, non solo per informare cittadini e simpatizzanti sul nostro lavoro ma anche e soprattutto per ascoltare il territorio: l'Umbria, Città di Castello, San Giustino, Citerna, Umbertide e zone limitrofe. E' ascoltando le vostre idee, le proposte, i problemi e partire da tutto questo per elaborare il nostro/vostro programma per le prossime elezioni e per gli anni a venire.

Vi invitiamo quindi a partecipare a questa Fabbrica delle Idee, commentando questo post, sul nostro profilo Facebook (http://www.facebook.com/sel.altotevereumbro) mandando e-mails a questo indirizzo (selaltotevereumbro@gmail.com) o discutendo su Google Groups (http://groups.google.it/group/sel-altotevere-umbro-la-fabbrica-delle-idee).

Siamo in ascolto, non abbiate paura a dire la vostra!

La Sinistra e la Libertà

Perchè esiste, oggi, la necessità di proporre un nuovo partito all'interno del panorama di una sinistra già fin troppo divisa? Dico subito "partito", perchè è fin troppo evidente la malcelata retorica che esiste dietro quanti si propongono come movimento; comitato; associazione o quant'altro: quando ci si schiera politicamente, quando si diventa "parte" politica, si è già partito. Il resto sono solo "flatus vocis".
Dunque perchè un nuovo partito? Perchè quelli esistenti non ci soddisfano, ovviamente.

Non ci soddisfa la sinistra-non sinistra rappresentata dal Partito Democratico, un partito ormai completamente dedito all'amministrazione dell'esistente; e che, proprio per questo, ha perso una delle caratteristiche fondamentali dell'essere-sinistra, una delle teorie che fondano, che danno consistenza e senso alla stessa scelta primigenia per la parte politica di sinistra: la teoria della trasformazione della società. Non si può, contemporaneamente, essere di sinistra e non pensare alla possibile trasformazione della società. Amministrare l'esistente può solo voler dire, nel concreto, arrendersi al "mercatismo"; al liberismo. Con la conseguente burocratizzazione degli apparati dirigenti cui assistiamo ogni giorno di più.

Non ci soddisfano gli slogan semplicistici dell'Italia dei Valori. Se il perseguimento della legalità ci trova d'accordo nel momento in cui la "costituzionalità" è sempre più brutalizzata dal Potere massmediatico, è però pur vero che Giustizia e Legalità diventano slogan "paralizzanti" nel momento in cui di tali, pur sempre vuoti, contenitori non se ne specifica il contenuto. Dobbiamo quindi confrontarci in maniera critica sia col contenuto che col contenitore. Non potremmo mai accettare una legalità che tutelasse l'interesse di alcuni a danno di altri; una giustizia che diviene "questurinismo" a tutela di interessi precostituiti. Ai "dipietristi" possiamo solo ricordare l'ammonimento di Thomas Hobbes: "auctoritas, non veritas, facit legem". Un ammonimento (non credo ci sia bisogno di traduzione) che ricorda come nessuna semplificazione può essere ammessa nello scenario storico della gestione del potere politico.

Non ci soddisfa, infine, il corso intrapreso dalla Federazione della Sinistra (Rifondazione; PdCI e altri minori). Non ci convince la ripresa di un marxismo che tradisce lo spirito autenticamente libertario (presente perlomeno fino a: "L'ideologia tedesca") dello stesso Marx in favore di una lettura "leninista", nella quale la Forza annichilisce ed annulla l'individuo e la sua specifica libertà. Non ci convince la (forzata e conseguente) ambiguità sul problema dei rapporti di forza all'interno del "partito" e, soprattutto, nei riguardi della concezione della proprietà privata.

Ciò che vogliamo è un partito che sia AUTENTICAMENTE di sinistra. Crediamo che per troppo tempo si siano colpevolmente rinnegate le basi stesse del pensiero di sinistra. Abbiamo per troppo tempo chiuso gli occhi davanti a quella teoria che Marx chiamava del "plusvalore", e che oggi ci si para drammaticamente davanti con la spasmodica ricerca della manodopera sempre a più basso costo. Abbiamo per troppo tempo chiuso gli occhi davanti alla "alienazione" del lavoro: cosa può essere, se non alienante, il lavoro precario? Abbiamo, come ubriachi, per troppo tempo creduto all'ideologia mercatista e al suo predicare il "progresso"; l'"evoluzione". Cos'altro può essere, se non una "evoluzione", la trasformazione dell'economia occidentale da manifatturiera in finanziaria? Eppure c'è chi ancora ingenuamente crede che esistano una econonia "reale" (la fabbrica) e una finanziaria (sarebbe l'irreale?). Continuiamo a chiudere gli occhi persino davanti alla realtà concreta ed innegabile dell'impossibilità di porre un freno alla finanziarizzazione dell'economia (tanto che già oggi, a solo pochi mesi dall'esplosione di una crisi gravissima, i cosidetti "derivati" raggiungono di nuovo una quota pari a nove volte quella del PIL mondiale). Non c'è bisogno di rileggersi Marx, Lenin o Gramsci. Basta ascoltare quello che hanno detto, e dicono, alcuni fra i più grandi economisti del 900 e dell'attualità.

Accanto a questo, crediamo sia però indispensabile rapportarsi all'individuo e alla sua libertà. Crediamo sia indispensabile riannodare quel filo spezzato che parte dal Marx "filosofo" e che, attraverso l'interpretazione fornitaci da alcune delle più grandi figure filosofiche del 900 (penso solo a personaggi del calibro di Adorno o di Habermas), arriva alla comprensione della libertà individuale nella maniera descritta, ad esempio, da un Camus o da un Foucault. Che arriva a comprendere la globalizzazione attraverso la comprensione dell'Altro-da-me nella maniera descritta da Levinas.

Si tratta, inutile nasconderlo, di un compito arduo. Un compito reso ancor più arduo dalla presenza (particolarmente in Italia) di una "forma mentis" ancora troppo legata ad una ortodossia dirigistica di stampo togliattiano (evidentissima nel Partito Democratico). Una ortodossia leninista che ha creato, in maniera speculare, un anticomunismo viscerale che prende la sua pietra di paragone nelle bestialità del socialismo reale.

Crediamo che, oggi, una sinistra che voglia rinascere dalle sue ceneri; che voglia riproporsi e riproporre la sua visione del mondo non possa che ripartire da un lavoro di scavo culturale profondissimo e rigoroso.
Crediamo innanzitutto che, ora più che mai, vi sia bisogno della sinistra.

--
Mauro Rossi
(membro Comitato regionale Sinistra Ecologia e Libertà)