NO ALLO SPEZZATINO DI UMBRA ACQUE



Il Circolo Sinistra Ecologia e Libertà “Altotevere Umbro” intende esprimere la sua ferma contrarietà al progetto aziendale di “Umbra Acque” di costituire una società operativa e di scopo all’interno della stessa azienda.
Tale progetto, secondo SEL, prefigura assetti societari diversi da quelli attualmente in concessione, e l’esternalizzazione di attività che fanno parte a pieno titolo dell’azienda mista pubblico-privato cui le istituzioni hanno affidato la concessione mediante gara ad evidenza pubblica.
Come giustamente osservano i sindacati, la logica che guida queste spregiudicate operazioni è quella, logora, della “finanza creativa”, che tanti danni ha causato al paese. In definitiva, solo un escamotage per aggirare alcuni punti fermi posti al bilancio aziendale, e garantire maggiori utili al socio privato.
SEL ritiene che un serio progetto di sviluppo debba essere in grado di unire, non di spezzettare. E che debba porsi come obiettivi primari l’abbassamento delle tariffe e il miglioramento della qualità del servizio. Tutte cose che il progetto di divisione di “Umbra Acque” ci sembra non renda certo più facilmente raggiungibili.
SEL invita quindi i sindaci dei 38 comuni soci di “Umbra Acque” ad incontrare i sindacati, i quali hanno presentato una richiesta in tal senso già dallo scorso 1 Dicembre, e a dare risposte precise sulla questione.


Mauro Rossi
(Coordinatore Circolo “Altotevere Umbro” Sinistra Ecologia Libertà)

SE NON ORA, QUANDO?

Cogliamo l’occasione offertaci dalla mobilitazione delle donne italiane di Domenica 13 Febbraio per lanciare un appello ai partiti della coalizione di centro-sinistra di Città di Castello, che si stanno ancora affannando nella ricerca dei candidati a sindaco per le elezioni amministrative del prossimo 15 Maggio.
In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, si sacrifica, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti e genitori anziani.
In tante sono impegnate nella vita pubblica, nei partiti, nei sindacati, nel volontariato. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità ottenute col sacrificio di tante generazioni di donne che hanno contribuito a costruire la nazione democratica così come la conosciamo oggi.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Noi di Sinistra Ecologia Libertà chiediamo ai partiti della coalizione di centro-sinistra che si appresta ad affrontare l’agone elettorale di dare un segno in questa direzione.
E’ rimasto ormai pochissimo tempo, perché la presentazione delle liste elettorali e delle firme incombe. E le primarie, da noi ed in maniera inascoltata indicate fin dal primo momento come strumento efficace di risoluzione delle controversie, sembrano sempre di più praticabili solo come una forzatura. Oggi, l’unico modo davvero efficace di mantenere unito il centro-sinistra cittadino sarebbe quello di abbandonare le velleità personalistiche e i “riti” partitocratici. E’ora di presentare subito il programma e i candidati alla coalizione; ma meglio sarebbe il convergere su una figura super partes e particolarmente rappresentativa dei tempi che viviamo. Meglio, quindi, se questa figura fosse la figura di una donna: di una lavoratrice precaria.
E’ arrivata l’ora di uscire da questo pantano. E se non ora, quando?


Mauro Rossi
(portavoce Sinistra Ecologia Libertà circolo Altotevere Umbro)

ALLE ORIGINI DEL “MARCHIONNISMO”



E così Sergio Marchionne ha deciso che Torino non sarà più la "capitale dell'auto", ma tutt'al più UNA delle capitali dell'auto...
Coloro che credevano, o speravano, che gli appetiti di Marchionne sarebbero stati placati dall'accordo ricattatorio di Mirafiori sono stati serviti: esportare quelli che Marchionne definisce "centri direzionali" vuol solo dire impoverire il know-how italiano; tutto il settore legato alla progettazione e, in definitiva, impoverire tutto quell'indotto che attorno ad una FIAT torinese ed italiana ruota.
C'è, io credo, molta ingenuità in coloro che si illudono di placare la sete inesauribile del capitalismo: il capitalismo non può che espandersi, sempre. Perché il capitale è quello che si "forma"; è quello, ovvero, che contiene intrinsecamente un movimento dinamico.
Il capitale non può "fermarsi", perché nel fermarsi perderebbe quella che è la sua caratteristica precipua: un capitale fermo è un capitale non più dinamico, ma un capitale che perde terreno nei rispetti di un'altro capitale che, immediatamente, sorgerebbe per sovrastarlo con  la sua dinamicità.
Ogni concessione a Marchionne sarà, per questo, sempre seguita da nuove richieste. Ogni ricatto sarà, necessariamente, seguito da un altro ricatto.
In realtà, è fin troppo facile scorgere nel "Marchionnismo" i segni di quel processo che il grande economista conservatore Josef Schumpeter descriveva con grande lucidità intellettuale già negli anni 40 del 900. La trasformazione della "proprietà", cui l'inizio della massiccia diffusione della "Società per Azioni" ha dato una decisa e decisiva svolta, è la trasformazione della FIAT in una spersonalizzata società finanziaria. Una società non più, dunque, riconducibile alla grande e classica famiglia di industriali (nel nostro caso gli Agnelli), ma ad un ben consolidato ed impersonale duopolio: grandi e piccoli azionisti.
Che la FIAT sia, oggi, più una società finanziaria che una industria è dimostrato dall'aumento del valore azionario, avvenuto in coincidenza di un drammatico calo delle vendite di automobili.
Ed in realtà, l'accordo di Mirafiori non era certo finalizzato ad una maggior produttività (a questo basterebbe, a ben pensarci, che la FIAT si mettesse a fare modelli che abbiano un ben diverso "appeal"), ma era un chiaro segnale che Marchionne lanciava ai suoi azionisti (che infatti lo hanno subito premiato).
Lo stesso segnale che lancia oggi, ipotizzando una FIAT sempre più internazionalizzata, e quindi sempre meno permeabile dalle pastoie che gli stati nazionali ancora si permettono di “costruire”.
E' ormai chiaro a tutti che ad un capitalismo internazionale non possono corrispondere stati nazionali. Oggi sta avvenendo, in ben altra scala, ciò che avvenne nel medioevo, quando i primi mercanti trovavano insopportabili certi vincoli "statuali" (qualcuno forse ricorderà l'esclamazione: "un fiorino!", pronunciata dal doganiere nel celebre film "Non ci resta che piangere").
L'incongruenza fra economia e stato produsse, allora, la "lex mercatoria": la legge del mercato, e questa "legge" sopravanzò gradualmente l'istituzione feudale, dando origine, in Italia, alla Signoria, e altrove ai primi embrioni dello stato nazionale.
Difficile dire cosa produrrà, oggi, la "lex mercatoria". Alla internazionalizzazione del capitale dovrebbe, razionalmente, corrispondere l'internazionalizzazione dell'istituzione politica, ma non sembra questa la strada.
All'inadeguatezza dello stato nazionale, ancor oggi legato alla visione classica ottocentesca del "sangue e del territorio", si sta invece rispondendo con la riscoperta delle "piccole patrie", ovvero con il riproporre la stessa visione, ma ancor più definita e precisa nei suoi confini.
La stessa cosa sta avvenendo ad altri livelli, quale quello sindacale, dove all'inadeguatezza del contratto nazionale si sta rispondendo con un tipo di contratto, quello aziendale, ancor più definito e specifico.
Quanto ci sia di razionale (ma ci accontenteremmo anche di un "ragionevole") in tutto ciò è ben difficile capirlo.

Mauro Rossi 
(portavoce Sinistra Ecologia Libertà circolo "Altotevere Umbro")

APPELLO DI VERINI CONDIVISIBILE: L’UNITA’ PRIMA DI TUTTO


Sinistra Ecologia Libertà Altotevere Umbro crede che l’appello lanciato da un alto esponente del Partito Democratico, come l’on. Walter Verini, rappresenti un prezioso stimolo per tutta una coalizione di centro-sinistra che ancora stenta, ed è un eufemismo, a trovare quell’unità di cui SEL ha sempre sostenuto l’assoluta necessità.
Ci sembra sia arrivato il momento di dire basta al tatticismo esasperato, all’attendismo, a decisioni prese in “segrete stanze” ove fervono trattative frenetiche sui nomi dei possibili candidati, ma dove manca un’idea più “alta” della politica, un’idea sul come riuscire a superare questa drammatica fase dell’economia e della società del nostro comprensorio.
SEL crede sia indispensabile una decisa accelerazione sul processo verso il candidato unitario del centro-sinistra. Crediamo che i numerosi distinguo, i tentennamenti, i personalismi, le prese di posizione a mezzo stampa cui assistiamo negli ultimi tempi non servano. Ciò che serve è invece mettersi responsabilmente al servizio di un progetto per il futuro della città, anche aprendosi a nuovi soggetti che rappresentino nuove energie ed un nuovo impegno nella gestione della cosa pubblica.
Se si intendesse davvero lavorare seriamente in questa direzione, Sinistra Ecologia Libertà è pronta a fare la sua parte, a mettere in subordine tattiche e “politicismi” e a presentare alla coalizione i propri punti programmatici sulle tematiche dei rifiuti, della sanità, del piano regolatore e di tutte quelle istanze che, oggi più che mai, richiedono politiche concrete e inconfondibilmente di sinistra.

Mauro Rossi 

(portavoce SEL Altotevere Umbro)