Sintesi Programma SEL ''Altotevere umbro'' per Città di Castello

Qui sotto è riportato il programma in pillole o meglio ancora, vi sono i principi attivi "C'è una Città di Castello migliore"

SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ - Circolo di Città di Castello
Sintesi del programma


1) Rifiuti:

SEL crede sia innanzitutto necessario attuare una politica di riduzione (oggi la percentuale aumenta mediamente del 5% all’anno) e riciclaggio dei rifiuti “a monte”.

Attuare una politica di riduzione e riciclaggio “a monte” significa mettere in atto tutte quelle procedure atte a ridurre la produzione di rifiuti e il loro futuro riciclo (compostaggio domestico; riduzione degli imballaggi mediante distribuzione “alla spina” di alcuni prodotti; politiche volte alla produzione di materiali completamente riciclabili etc.).

Crediamo, da questo punto di vista, che i comuni possano fare molto, e supplire alla carenza di politiche nazionali volte alla cultura del riciclo e del produrre meno rifiuti.

Crediamo che anche a Città di Castello siano importabili “modelli” come quello del comune di Capannori (LU); che, pur presentando caratteristiche simili al nostro comprensorio per quel che riguarda morfologia del territorio e densità abitativa, riesce a raggiungere importanti risultati nella riduzione della produzione dei rifiuti (15%) e nella raccolta differenziata (72%).

Il Piano d’Ambito n°1, recentemente pre-adottato dai comuni dell’Altotevere Umbro e dell’Eugubino-Gualdese, ci sembra apprezzabile, soprattutto per quel che riguarda il progetto di dotare questi comprensori di adeguati impianti di stoccaggio e trattamento del materiale proveniente da raccolta differenziata.

E’ infatti solo con questo genere di impianti che le aziende che si occupano della raccolta possono vendere direttamente il materiale, e quindi ammortizzare gli alti costi della raccolta differenziata domiciliare.

Crediamo che con l’adozione di questi impianti sarà possibile perseguire l’abbassamento delle tariffe, e l’estensione della raccolta differenziata (oggi ancora su percentuali troppo basse).

Ribadiamo invece la nostra più ferma contrarietà alle scelte politiche delineate dal Piano Regionale Rifiuti. Che prevede, a fronte di un troppo superficiale studio sulle potenzialità della raccolta differenziata, un troppo massiccio ricorso alla complementarietà dello smaltimento mediante discariche ed inceneritori.


2) Sanità:

La sanità è un tema complesso il cui contesto è sovra comunale e chiaramente l’azione politica deve essere forte a livello regionale, cioè laddove si definisce la programmazione, e nella assemblea dei Sindaci di ASL. A Città di Castello i punti principali sui quali condurre la nostra azione politica, centrata sulla sanità pubblica e il diritto alla salute garantito per tutti, sono:

- ospedale: riqualificare le prestazioni rispondendo positivamente alla richiesta di cure migliori che viene dai cittadini, abbattendo le liste di attesa esistenti in alcune specialità;

- anziani, disabili e persone con temporanee problematiche: potenziare i servizi per i non autosufficienti e l’assistenza domiciliare, creando nuovi servizi come la comunità alloggio, il centro “Dopo di Noi” per i disabili che rimangono senza familiari, la Residenza Sanitaria Assistita per persone che non sono da ospedale, ma che non sono assistibili a casa, aumentare l’offerta di prestazioni di riabilitazione;

- salute mentale, tossicodipendenze e alcoolismo: potenziare i servizi soprattutto per prevenire la malattia e le dipendenze con particolare attenzione alle fasce più giovani della popolazione;

- prevenzione ambientale e nei luoghi di lavoro: rilanciare la prevenzione per dare alla tutela della salute senso compiuto.

- Occorre inoltre ripensare le modalità sulle gare d’appalto a privati di servizi essenziali per la sanità, come quello del 118. E la stessa concezione per cui un bene pubblico come la sanità viene fatto oggetto di mercato. Noi crediamo che il criterio-guida non possa essere l’economicità, ma la salvaguardia della qualità dei servizi, l’efficienza e il mantenimento del patrimonio di volontari che la nostra città esprime.



3) Piano regolatore

SEL rivendica il ruolo della pubblica amministrazione in materia urbanistica.

E’ necessario passare dal quindicennio dominato dalla “urbanistica contrattata” ad un nuova fase politica, ispirata alla “urbanistica partecipata”.

Se si opererà questa inversione di tendenza sarà possibile rimediare ai danni che il territorio ha subito a causa di insediamenti che non hanno seguito una rigorosa programmazione urbanistica.

La ’“Urbanistica partecipata”, con una forte connotazione pubblica, deve costruire un nuovo equilibrio nel mercato edile, affidando alla iniziativa privata la funzione sussidiaria che le compete e restituendo all’interesse generale la centralità che una intelligente strategia urbanistica deve perseguire. Occorre rendere trasparente il mercato edile, rendendone trasparenti i soggetti, gli interessi e le relazioni.

A Città di Castello il mercato edile, dominato da poche imprese, ha imposto una politica dei prezzi del tutto inaccettabile; democratizzare il mercato edile contribuirà ad arricchire l’offerta e permetterà, con una politica di mirata incentivazione, alle giovani coppie, alle famiglie mononucleari, alle persone più disagiate.



Il Documento programmatico deve precisare il riferimento alla vocazione di “territorio cerniera” che Città di Castello possiede come sua naturale attitudine. E la definisca “città di frontiera”, non di “confine”, perché il significato dei due termini è, praticamente, opposto. La puntualizzazione della scelta vuol dire incentivare la vocazione altotiberina e tifernate verso Arezzo, Cesena, Pesaro-Urbino, con tutte le conseguenze che questa strategia ha nella individuazione e progettazione delle infrastrutture generali, non solo la E/78, la E/45 e la ferrovia verso la viabilità su rotaia che interessa la Milano – Firenze – Arezzo - Roma, ma, ed in tempi ravvicinati, la Piattaforma Logistica, che va pensata in cooperazione con il Centro intermodale di Arezzo e non come terminale nord delle altre Piattaforme Logistiche regionali.



Occorre, per quanto riguarda lo “spazio rurale”, una inversione di tendenza rispetto alla politica finora seguita di interpretazione estensiva della norma prevista dalla legge regionale n. 31/1997 sulla possibilità del cambio di destinazione d’uso degli annessi agricoli. Il Piano deve assumere la “cura” del territorio come obiettivo strategico. Un solo esempio valga su questo punto: la fascia collinare che dai “lamati” arriva a “buon riposo”, passando per la “Montesca”, deve essere considerata di valore ambientale assoluto e salvaguardata con incisive norme di tutela, a cominciare dalla totale inedificabilità dei terreni lì insistenti, liberati da costruzioni abusive che impediscono la fruizione collettiva della zona.



Il Documento programmatico dovrà, poi, proporre delle scelte impegnative dal punto di vista strategico e di lungo periodo a favore del centro cittadino.

Più in generale, deve dire con chiarezza quali scelte strategiche si fanno per dare un segno della presenza della cultura urbanistica contemporanea nel capoluogo, a cominciare dalla ristrutturazione dell’area e dei manufatti contigui a Piazza Garibaldi (vecchie Scuole elementari; Mulini Brighigna; ex Consorzio Agrario). Sollecitare la realizzazione di una ampia, se non integrale,

pedonalizzazione del Centro storico. Sperimentare nei suoi quartieri storici una nuova politica sociale della casa, che veda protagonista diretto l’ente locale, capace di orientare le giovani coppie, ma non solo, a scegliere il centro storico per viverci.

Il Documento dovrà infine fare del Contratto di Quartiere una straordinaria occasione per avvicinare ancora di più la comunità tifernate con la parte più affascinate del centro storico e per estenderne il valore estetico con un

progetto (ex Fat) che non punti alla massimizzazione del profitto privato, ma ad una qualità assoluta, che si coordini con i beni culturali lì insistenti.



4) Città di Castello per un futuro migliore

Siamo convinti che il ruolo di regolazione del sistema pubblico resti indispensabile per la tutela degli interessi dei deboli, nei rapporti di lavoro, nei diritti individuali e collettivi, per la tutela dei beni sociali, tra cui in primis l’ambiente e la salute, ribadendo in particolare il concetto di “Bene Pubblico” come bene comune e non merce in balia del mercato.

Ampie fasce della popolazione ( lavoratori, famiglie, pensionati, imprenditori) si trovano a fronteggiare difficoltà economiche inattese.

Occorre ri-orientare il “welfare municipale”. Noi crediamo che la priorità siano le famiglie con disabili,con bambini,con anziani non autosufficienti, con lavoratori colpiti dalla crisi a cui garantire l’accesso ai servizi migliorando la correlazione tra rette/tariffe e reddito familiare effettivamente percepito.

I cittadini non possono essere consultati solo in occasione delle elezioni, ma hanno il diritto di essere informati, consultati e resi partecipi delle scelte della pubblica amministrazione. Occorre riformare lo Statuto comunale per introdurre alcuni elementi innovativi

 1) Bilancio partecipato. L’ipotesi di bilancio deve passare al vaglio della cittadinanza che – fermo restando il vincolo del finanziamento degli obiettivi indicati – può proporre modifiche anche sostanziali.

2) Bilancio sociale. Si tratta di uno strumento , usato da numerose amministrazioni, per informare e rendere leggibile a tutti i cittadini il bilancio in ogni settore della pubblica amministrazione

3) Primarie. Introdurre le primarie nello Statuto comunale permetterebbe di affrontare positivamente tutte le questioni legate alla loro organizzazione, creando una cornice giuridico – organizzativa adeguata.

4) Referendum. L’attuale Statuto comunale contempla questa possibilità, ma le regole organizzative lo rendono di difficile attuazione e consegnano, di fatto, l’ultima parola alla giunta.

5) Trasparenza e risparmio. Pur in presenza di leggi regionali si continua a mantenere inutili consigli di amministrazione nelle società partecipate.

6) Software libero per un’amministrazione più efficiente. La regione Puglia ha deciso una progressiva adozione di softwares “open-source” per i propri sistemi informatici. L’open-source determinerà nuovi e più alti standars di sicurezza dei dati e di tutela della privacy, una maggiore affidabilità, attuando notevoli risparmi sulle licenze annuali d’uso dei programmi per computer.